Videointervista con Renzo Burro |
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PRESSO LA SALA BERTO PEROTTI ALL'ISTITUTO VERONESE DI STORIA DELLA RESISTENZA SI E' TENUTO IL PREANNUNCIATO INCONTRO-DIBATTITO CON RENZO BURRO Molto interessante e stimolante è stato l’incontro-dibattito tenutosi lo scorso 22 marzo presso la sala Berto Perotti dell’Istituto Veronese per la Storia della Resistenza che ha visto la partecipazione di Renzo Burro, socialista, amministratore pubblico locale e vicepresidente della Regione veneto, protagonista della scena politica veronese e veneta nel periodo che va dagli anni 70 a metà dell’ultimo decennio dello scorso secolo. L’incontro , in cui è stata proiettata la video intervista che possiamo trovare alla pagina “Nostra Storia” di questo sito, e il successivo dibattito introdotto da Massimo De Battisti e Alberto Mastini, non è stato un semplice ritrovarsi tra vecchi compagni in cui raccontare esperienze passate, ma ha voluto spiegare ed evidenziare cosa significasse per Burro svolgere il proprio compito politico al servizio della città e dei cittadini. Non solo ha corretto, migliorato e rivisto profondamente il concetto di assistenza pubblica nella nostra città, rompendo con il passato legato essenzialmente ad un concetto di carità derivante dalla cultura cattolica allora presente in larghi strati della società, ma ha contribuito in maniera efficace, con gli altri compagni del PSI presenti in giunta, alla rinascita della nostra città dalle macerie del dopoguerra. Una città che negli sessanta e settanta era ancora profondamente segnata dalle ferite inferte dalla guerra, una città da ridisegnare e ricostruire dalle fondamenta. E’ stato infatti questo il principale merito dei socialisti veronesi in quel periodo e Burro ebbe una parte fondamentale non tanto per quanto riguarda l’aspetto urbanistico, quanto invece per l’aspetto sociale e culturale; a lui infatti si deve l’inizio di una politica legata ai bisogni della famiglia intesa come entità e non più orientata a concetti di mera assistenza individuale e soprattutto la nascita di una politica laica che si smarca dal potere religioso, allora dominante in città. Nascono i primi asili nido gestiti dal comune e non più dalle istituzioni religiose, vengono aiutate le famiglie con forte disagio economico a crescere al loro interno i figli senza più doverli lasciare presso gli istituti religiosi, il turismo sociale passa dal concetto di colonia a turismo economico per tutta la famiglia, viene istituita l’università della terza età con lo scopo di offrire alle persone anziane e non più legate ad una attività lavorativa uno sbocco culturale qualitativamente elevato. Anche la città viene reinventata dai socialisti, con l’incremento urbanistico studiato e pianificato dall’architetto Libero Cecchini in qualità di Presidente dell’Agec, e con una visione della città proiettata al futuro mediante l’istituzione di un parco scientifico, lo sviluppo della zona sud e la realizzazione della complanare sud, progetti purtroppo rimasti sulla carta e mai più realizzati. Da allora, con la caduta della cosiddetto prima repubblica, la nostra città ha visto susseguirsi di amministrazioni non più capaci di dare continuità a quanto i socialisti veronesi seppero realizzare, creando piano piano i presupposti per un declino sociale, culturale ed economico del nostro territorio che tutti oggi possono vedere. Una Verona piegata su se stessa, non più capace di reggere il confronto con i tempi che stanno mutando, ma purtroppo in grado di creare invece disagio sociale, solitudine e imbarbarimento dei costumi, una città che necessita profondamente di una nuova “estate culturale e sociale” come i socialisti seppero darle nei decenni scorsi . Nell’intervista a Burro tutti questi punti vengono efficacemente descritti e ne nasce uno squarcio della nostra storia recente assolutamente da non perdere.
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