Verona Sud
è uno dei più popolosi quartieri
della città che, unitamente
a Santa Lucia, raggiunge i 60.000 abitanti,
ma sembra dimenticato
dall’amministrazione comunale e dal Sindaco.
Eppure è una delle roccaforti leghiste che
ha contribuito in maniera fondamentale alle
elezioni di Tosi nelle ultime amministrative
con la campagna mediatica sulla
realizzazione del parco di S.Giacomo
e alla elezione di Venturi a presidente della
5° circoscrizione e a vicepresidente della
Provincia.
Le premesse per uno
sviluppo e una riqualificazione del
quartiere, soprattutto per quanto riguarda
la grandi aree dismesse degli ex magazzini
ortofrutticoli e generali, sono risalenti
addirittura all’amministrazione Zanotto ,
che con la delibera del 4 maggio 2005 aveva
approvato il Piano Particolareggiato
relativo a Verona Sud ed al Programma di
Riqualificazione Urbana e Sviluppo
Sostenibile del Territorio (PRUSST).
Per inciso il Piano
Particolareggiato era lo strumento
urbanistico attuativo per la progettazione e
la regolamentazione degli interventi
urbanistico-edilizi in conformità agli
obiettivi fissati dal Piano Strategico del
Comune ed era finalizzato alla
riqualificazione e alla riorganizzazione
urbana del quartiere di Borgo Roma e della
ZAI.
Rappresentava inoltre un
efficace strumento per le possibilità che
offriva in merito all’attività di
coordinamento degli interventi urbanistici
relativi all’edilizia pubblica e privata,
nell’ottica di un miglioramento degli
standards dei servizi offerti ai cittadini,
intesi come la razionalizzazione e la
gestione degli spazi pubblici e il
miglioramento e l’ammodernamento dei sistemi
infrastrutturali.
In sintesi
questo piano, riguardanti le
aree comprendenti gli
ex magazzini generali e l’ex mercato
ortofrutticolo per una superficie
territoriale complessiva pari a quasi 30
ettari, prevedeva la realizzazione di un
centro direzionale per il Polo Finanziario,
di un Polo Culturale, di un parco urbano
cittadino e di un’area destinata a centro
residenziale.
E’ evidente quindi che
questo progetto, in termini di
riqualificazione urbana, rappresentava uno
dei più cospicui programmi urbanistici mai
considerati negli ultimi anni.
La realizzazione del
grande centro culturale polivalente,
denominato Polo Culturale, era prevista
nella zona a nord degli ex magazzini
generali;
doveva comprendere servizi e
attrezzature a carattere didattico e zone
destinate a mostre e musei.
A questo scopo era anche
previsto il recupero e il restauro della
famosa stazione frigorifera, opera
architettonica a forma circolare progettata
nel 1928 dall’Ing. Pio Beccherle, ora
abbandonata al degrado e alla fatiscenza e
che proprio in questi giorni ha subito un
incendio che per fortuna non ha lesionato le
strutture portanti.
Spostandoci
invece più a
sud, nell'area dell'ex Mercato
Ortofrutticolo, si era
ipotizzata la creazione di
un
Polo Finanziario, con la
realizzazione di nuove costruzioni, la
maggior parte delle quali destinate a centri
direzionali
insieme ad altre di carattere
specificatamente residenziale e commerciale.
Il complesso
direzionale del Polo Finanziario era
previsto mediante il recupero delle due gallerie
del mercato ortofrutticolo ad archi
ellittici, elementi di rilevante
monumentalità architettonica.
Nella zona di
collegamento tra i due poli
era
inoltre prevista la
realizzazione di una vasta zona di verde pubblico attrezzato,
destinata a costituire un grande parco
urbano per una estensione complessiva pari a
circa 5,5 ettari comprendente alcuni servizi
complementari come una piscina comunale ed
altre attrezzature sportivo-ricreative.
Ma di tutto questo non
rimane allo stato attuale nessuna traccia
e da tempo nulla è dato a sapersi sul
progetto, con il risultato che questa
grandissima zona è desolatamente vuota e
abbandonata a se stessa.
L’abbandono da parte di
questa amministrazione del progetto di
riqualificazione dell’intera area è
testimoniata dal fatto che l’unica cosa che
si è vista è stata la realizzazione di un grande
parcheggio a raso, destinato però solo per
le manifestazioni fieristiche e quindi di
fatto utilizzato solo per un periodo
limitato durante l’anno.
Non c’è traccia del Polo
Finanziario che avrebbe potuto svolgere
sicuramente un'azione di
trascinamento per
la stanca economia veronese, manca il Polo
Culturale, anch’esso certamente fonte di
entrate tramite il previsto sistema museale,
ma manca completamente un progetto che
partendo dalla riqualificazione dell’area,
porti a soluzioni urbanistiche utili al
quartiere di Borgo Roma e alla sua
popolazione.
Quello che invece di
sicuro ci sarà, stando al nuovo Piano degli
Investimenti approvato
recentemente in Consiglio Comunale, è un aumento
notevole di
metratura destinata al commerciale
che, unitamente alla costruzione di un
grattacielo nell’area ex Officine Veronesi,
trasformeranno Verona Sud in quartiere
dormitorio.
Questa è la politica
urbanistica di Tosi, una politica dettata
esclusivamente dall’aumento indiscriminato
di nuove costruzioni e dalla
cementificazione selvaggia del territorio.
A nord con il traforo
delle Torricelle, a sud con il Piano degli
Investimenti, a est con l’aggressione a zone
di particolare interesse paesaggistico come
Poiano e Montorio e infine al quartiere
stadio, il volto di tutta la città potrebbe
cambiare radicalmente.
Viene a chiedersi quindi
il perché di tali scelte che
sotto certi
aspetti sono sicuramente
antieconomiche in quanto,
tralasciando la strada della
riqualificazione e del recupero degli
edifici già esistenti, si vanno ad aggredire nuovi spazi,
e vengono sprecate
ingenti risorse
finanziarie, mentre il vantaggio in termini di
occupazione è molto limitato
perchè l'edilizia, come
è noto, privilegia lavori
saltuari e temporanei.
La risposta a questa
domanda potrebbe essere nel “debito
politico” che il sindaco deve corrispondere
ad alcuni suoi “grandi elettori”, tra i
quali spiccano alcune grandi ditte
costruttrici e alcuni proprietari di catene
di supermercati.
L’abbandono del Piano
Particolareggiato di Verona sud è una
occasione persa per l’amministrazione
comunale ma soprattutto rappresenta una
sconfitta per la popolazione del quartiere,
che invece di godere di una occasione
importantissima per lo sviluppo economico e
culturale di Borgo Roma, vede esclusivamente
un aumento incessante del traffico di
scorrimento verso il centro città,
dell’inquinamento e un degrado costante di
enormi aree dismesse, attualmente terra di
nessuno.