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LA CLASSE POLITICA VERONESE, CONCENTRATA SOLO ALLA REALIZZAZIONE DI MEGAPROGETTI CHE MAI VEDRANNO LA LUCE, DIMENTICA E PERDE OCCASIONI IMPORTANTI PER LO SVILUPPO ECONOMICO DEL TERRITORIO Verona crocevia d’Europa è la nozione che abbiamo imparato fina da piccoli quando alle elementari le maestre ci illustravano la cartina europea, in cui effettivamente risultava la posizione strategica occupata la nostra città, situata al centro di un incrocio nord-sud ed est-ovest. Non solo, ma questo incrocio era parte integrante di un territorio tra i più ricchi e produttivi d’Italia e permetteva scambi commerciali proficui con altre realtà territoriali ricche ed importanti come la Baviera e il nord Europa. Politici lungimiranti e saggi hanno saputo, nei decenni successivi alla guerra e fino all’inizio degli anni ’90, approfittare di questa favorevole situazione, progettare e realizzare strutture capaci di creare ricchezza al nostro territorio. Ci riferiamo a strutture come p.e. il Quadrante Europa, l’interporto creatura del nostro mai dimenticato Giulio Segato, figura socialista di spicco di quella classe politica veronese intraprendente e accorta, artefice della rinascita economica e culturale della città dalle macerie del dopoguerra. Il nascente interporto veronese ha goduto del privilegio di un accesso facilitato alle grandi infrastrutture di comunicazione, sia autostradali che ferroviarie, verso la Germania e provenienti dal sud Italia, oltre che dalle altre realtà produttive padane. Riteniamo però che i risultati positivi riscontrati nel tempo dal Quadrante Europa derivino anche da un altro fattore che ha influito non poco nel suo successo e cioè la presenza a Verona di una struttura dirigenziale delle ferrovie che assieme e in collaborazione con la nostra classe politica ha permesso lo sviluppo e l’affermarsi nel territorio di questa importante infrastruttura. Ma ora purtroppo non è più così, a quella fiorente generazione di politici ne sono susseguite altre, insignificanti e di nessun spessore, che non hanno lasciato nessun segno sulla nostra città. Complice certamente la stagione di mani pulite che, lasciando una montagna di cenere sul terreno, non ha permesso un cambiamento graduale della classe politica. Da allora solo politici alla ricerca di un facile successo personale, che hanno anteposto il loro ego al bene comune, politici improvvisati, senza arte ne parte, senza cultura e lungimiranza; il risultato è ora sotto gli occhi di tutti, una città piegata su stessa, senza alcun slancio innovatore e riteniamo, al momento, anche senza prospettive. La mancanza di progettualità politica ha fatto si che anche il territorio ne soffrisse, venissero a mancare i necessari sostegni economici, fino a creare i presupposti per un declino inevitabile. A conferma di questo, per solo rimanere nell’ambito ferroviario, nel corso degli ultimi vent’anni abbiamo visto la scomparsa graduale di tutte le strutture dirigenziali nel nodo veronese, fino al deserto attuale che vede a Verona l’assoluta mancanza di posti dirigenziali. Risulta del tutto evidente che mancando le strutture dirigenziali, vengano a mancare anche i presupposti per una salvaguardia dell’occupazione; strutture sempre più piccole, con pochi addetti e linee di comando lontane da Verona, come sta a dimostrare la probabile prossima chiusura di un reparto che è sempre stato fiore all’occhiello di RFI a Verona, ovvero la sala D.C.M. (Dirigenti Centrali Movimento) dove si sovrintende e si coordina tutto il traffico ferroviario nel nostro nodo, da Brescia a Vicenza e da Bologna fino al Brennero, oltre che da Verona a Modena. Non possiamo permettere che questo accada anche per il Quadrante Europa; a una classe politica cittadina che pensa solo a megaprogetti irrealizzabili ed irrealizzati come la galleria sotto le Torricelle e la tramvia, limitandosi alla svendita del patrimonio immobiliare pubblico e alla realizzazione di centri commerciali, dobbiamo rispondere con idee e proposte politiche tese non solo alla salvaguardia dell’attuale tessuto economico e produttivo, ma anche propedeutiche per una nuova fase di rinascita della città. In tal senso sono importanti gli incontri, come il convegno relativo alle infrastrutture in Veneto organizzato dal PSI nello scorso ottobre a Mestre e la conferenza “Per non fermarci all’incrocio” organizzata dal PD veronese sabato 24 gennaio, in quanto permettono uno studio e un ragionamento sullo stato dell’arte delle infrastrutture, nell’ottica appunto di una salvaguardia e di uno sviluppo economico del nostro territorio. Ma mentre la giunta veronese, come detto prima, è in tutt’altre faccende affaccendata, sono in fase di realizzazione alcune opere infrastrutturali essenziali che interessano la nostra città: nei prossimi mesi partiranno i lavori per la TAV nel tratto Brescia-Verona, mentre per il mese di maggio è previsto il completamento della fase progettuale per la tratta Verona-Vicenza. La dormita della giunta Tosi, che si è svegliata troppo tardi in quanto presa esclusivamente dai suoi desideri di cementificazione della città, ora non ha più la possibilità di concordare e pianificare con RFI alcun progetto migliorativo per il nodo veronese. Si poteva e si doveva per esempio prevedere l’innesto della linea commerciale Milano-Venezia con il Quadrante Europa, opera necessaria e fondamentale per le sviluppo dello stesso come è emerso da più interventi nel convegno “Per non fermarsi all’incrocio” dello scorso 24 gennaio e, per citare un altro esempio, si potevano e dovevano progettare con RFI e concordare con gli abitanti e i comitati della zona di S.Lucia le opere compensative da realizzare nell’immenso spazio che sarà reso libero dopo l’abbandono dello scalo merci di Verona P.Nuova.
Insomma serve dare una sveglia alla classe politica
veronese che ormai ha perso “troppi treni” e, per evitarne di perderne altri in
futuro, creare un fronte comune tra la politica e l’economia veronese, che
devono essere in stretto
collegamento con la Regione e con il governo, senza limitarsi ad obiettivi
parziali e ristretti, perdendo così di vista l’obiettivo
d'insieme finale. Sfumata la possibilità di incidere con le nostre proposte nella realizzazione delle opere per la TAV nel tratto in entrata nella città, non significa che non possiamo dire la nostra per quanto riguarda la tratta da Verona a Vicenza. In tal senso, come PSI, stiamo già raccogliendo idee ed osservazioni, facendo fronte comune con altri partiti e comitati, da proporre a RFI, oltre che agli organismi tecnici regionali e governativi. Riteniamo che la creazione di una unità di intenti tra le forze politiche ed economiche e il collegamento con le istituzioni sia l’’unica strada percorribile per cercare di recuperare il terreno e il tempo perso da questa amministrazione, cercando una percorso politico e culturale che permetta a Verona di sfruttare maggiormente la sua posizione per creare ricchezza e benessere ai suoi concittadini.
Tracciato attualmente previsto per la linea AV da Verona a Vicenza
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