A guardare bene cosa sta accadendo in questo
ultimo periodo in merito ai contrasti emersi
tra la Lega e il sindaco Tosi c’è da
rimanere sconcertati.
"E' uno
str...., uno che ha portato nella Lega
troppi fascisti, cosa che non potrà essere
sopportata ancora per molto" ha tuonato con
un eloquente dito medio alzato il leader
Bossi all'indirizzo di Tosi il giorno dopo
che quest'ultimo aveva parlato di
"voltastomaco" di parlamentari leghisti per
certe votazioni, chiedendo anche il cambio
della leadership al governo.
In altre
parole Tosi si sta smarcando dalla linea
ufficiale della Lega e sta cercando nuovi
alleati in vista delle prossime elezioni, ma
non amministrative come si potrebbe pensare,
bensì politiche nazionali, nella scia
tracciata da Maroni e prevedendo un
insuccesso elettorale del Pdl.
Infatti
ha dichiarato dopo le
dimissioni di Berlusconi “Meglio tardi che
mai, ma se si fosse dimesso sei mesi fa, il
premier avrebbe fatto risparmiare al sistema
Italia qualche decina di miliardi”.
Altro esempio, a
dimostrazione di quanto sopra detto, è
l’autonomia di Tosi rispetto alla linea
ufficiale della Lega e del PDL sul
referendum sulla Legge elettorale, che lo
stesso appoggia, senza se e senza ma.
”La richiesta che viene
dal referendum è largamente condivisa, credo
che se si andasse a votare ci sarebbe
un’alta affluenza e la modifica della legge
elettorale passerebbe” dice infatti Tosi.
Ed
inoltre
dichiara in una trasmissione radio “
Se Monti propone misure condivisibili nulla
vieta che le si possa sostenere senza alcun
problema.
Per esempio, una
patrimoniale
sui grandi patrimoni sarebbe di assoluto
buonsenso, piuttosto che colpire in modo
generico le famiglie o i Comuni come ha
fatto anche Berlusconi. Oppure penso alla
dismissione del patrimonio dello Stato, a un
taglio reale alle spese dello Stato centrale.
Alcune cose come queste, se proposte, non si
vede come non condividerle”
Ultima tappa di questo percorso di
smarcamento è stata la scorsa settimana
quando a Verona si è tenuta una
manifestazione del Terzo Polo, con la
partecipazione dei tre leader Casini, Fini e
Rutelli e Tosi ha voluto dare un saluto ai
partecipanti, non certo in base alla sua
funzione di sindaco della città ospitante,
ma sicuramente per ottenerne dei
benefici politici.
“Con
la Lega siamo interessati a dialogare perchè
anche con loro vogliamo avere un rapporto
costruttivo” ha detto infatti il leader
dell'Udc, Pier Ferdinando Casini “Quando
Tosi va alle trasmissioni Tv dice delle cose
ragionevoli, ma a volte, si sa, si predica
bene e si razzola male”.
Insomma Tosi si sta muovendo come un
politico che pensa più a livello nazionale
che a livello locale,
facendo solo finta di occuparsi, ma
in realtà tralasciando, la politica locale e
la sua città.
Questo suo atteggiamento è forse dovuto alla
sicurezza in merito all’esito delle prossime
consultazioni amministrative;
infatti ai giornalisti ha
recentemente detto ''Normalmente squadra che
vince non si cambia'' presentando la sua
lista, mentre ha liquidato così i malumori
emersi nell’altro partito dell’attuale
maggioranza,il Pdl, in riferimento appunto
alla sua corsa solitaria ''sono questioni
interne al loro partito, la nostra
amministrazione pero' in questi anni ha
lavorato bene''.
Eppure, a guardare bene, cosa ha fatto Tosi
per Verona di veramente importante e utile
durante il suo mandato?
Nella sua precedente campagna elettorale,
appoggiata e sostenuta economicamente da
alcuni industriali del cemento e della
grande distribuzione, da testate
giornalistiche e televisive veronesi, ha
potuto vincere facilmente sugli altri
candidati, utilizzando e sfruttando a
proprio vantaggio alcune parole d’ordine
quali l’allarme per la sicurezza e Verona ai
veronesi.
Ricordiamo tutti infatti le campagne contro
gli zingari, le
polemiche con il procuratore Pisapia, le
ronde padane, i divisori sulle panchine, la
lotta alla prostituzione nelle strade, ecc.
Ma a tutt’oggi nulla è
cambiato;
ancora ci sono gli zingari, la
prostituzione sulle strade, gli spacciatori,
nonostante il forte impegno dei vigili e
delle forze dell’ordine.
I
debiti elettorali comunque
si devono pagare;
ecco il via quindi
a progetti faraonici come il tunnel
delle Torricelle, al nuovo progetto
urbanistico di Verona sud, con la
costruzione di migliaia di metri cubi di
nuove edificazioni, ad un assurdo piano
parcheggi.
In
conclusione abbiamo un sindaco che nulla fa
per la sua città, ormai abbandonata a se
stessa, mentre sta facendo le prove generali
per un suo passaggio alla politica nazionale,
magari passando prima a nuovi incarichi
dirigenziali all’interno della Lega nella
componente del suo amico
Maroni.