Nella campagna elettorale per il sindaco di
Roma del
2008 Alemanno colse la vittoria anche
sull’onda emotiva di due episodi criminosi;
la morte della 47 enne
Giovanna Reggiani, seviziata e uccisa da un
rumeno alla stazione di Tor di Quinto
e lo stupro di una studentessa africana da
parte di un altro rumeno presso la stazione
ferroviaria de La Storta.
Alle elezione comunali di Verona del 2007
Tosi ebbe la maggioranza anche per la sua
campagna elettorale basata sulla paura dello
straniero, dei rom, ponendo le basi per
quella insicurezza sociale che ha sfociato
in numerosi episodi di violenza ai danni dei
cosiddetti “diversi” come il grave episodio
ai danni di un ragazzo cingalese lo scorso
mese di dicembre.
Esiste quindi un filo rosso che lega queste
due amministrazioni comunali, nate ambedue
con l’obiettivo di combattere la violenza e
l’illegalità, ma ambedue invece colpite da
gravissimi episodi di violenza criminale e
politica, nonostante gli intenti e le parole
dei loro primi cittadini.
A Roma, dall’inizio
del 2011, sono stati ben 27 gli omicidi da
parte della criminalità organizzata e altri
tre, recentissimi, hanno coinvolto persone
inermi.
Ricordiamo infatti l’omicidio del musicista
Alberto Bonanni, aggredito e pestato al
rione Monti lo scorso 25 giugno e la morte,
negli scorsi giorni, di un giovane padre
cinese e della sua bambina di nove mesi,
colpiti da un proiettile partito da una
pistola.
Ma Verona non è da meno;
a parte l’episodio del ragazzo
cingalese prima ricordato è dalla elezione
di Tosi che si è verificata una escalation
della violenza in città.
A memoria ricordiamo i
fatti più gravi, partendo dall’omicidio
Tommasoli il primo maggio 2008,
all’aggressione e ferimento di tre
parà in via Mazzini perché “terroni”
nel dicembre 2007, al vile pestaggio ai
danni della giovane Francesca Ambrosi
all’interno di un bar in piazza delle Poste,
all’aggressione al Procuratore di Verona
Schinaia da parte di alcuni “giovanotti”,
per citarne solo alcuni.
Si devono poi aggiungere
gli innumerevoli episodi violenti che hanno
visto protagonisti alcuni esponenti di
estrema destra della tifoseria dell’Hellas
Verona, sempre sostenuta e spalleggiata sia
da Tosi che dall’Assessore allo sport del
Comune di Verona Sboarina.
Solamente per citare gli
ultimi di una lunga serie ricordiamo gli
scontri
avvenuti dopo l’incontro con la
Salernitana lo scorso 13 giugno, gli scontri
con i tifosi della Nocerina nel mese di
ottobre e i disordini avvenuti lo scorso 18
dicembre a Varese, in base ai quali il
Questore ha emesso ben 94 decreti di divieto
di accesso alle manifestazioni sportive, i
cosiddetti DASPO.
Il nostro sindaco però di
fronte ad episodi di gratuita violenza come
quelli sopra citati
si
guarda bene dal condannarli.
Al contrario, ben sapendo
della simpatia che gode nella famigerata “curva
sud”, rilancia, negando di fatto, assieme ad
altri esponenti della sua giunta come
l’Assessore Sboarina, la gravità dei fatti
accaduti, spalleggiando e supportando i
tifosi violenti,
chiedendo
pubblicamente al Questore di Varese le
motivazioni dei decreti emessi, il tutto
ovviamente a fini prettamente elettorali.
Ma esiste una chiave di
lettura univoca per spiegare questi fatti
violenti, eccessivi anche e in alcuni casi
incontrollati, nelle due città?
Dobbiamo in primo luogo
separare e distinguere i casi di violenza di
matrice criminale comune, come
alcuni degli omicidi
avvenuti a Roma riconducibili alla
criminalità organizzata, agli altri fatti
violenti legati
invece alla violenza intrinseca che esiste
nell’attuale società in cui viviamo.
Escludendo il primo caso
sopra citato, di cui si stanno
occupando le Forze dell’Ordine, per quanto
riguarda invece la violenza giovanile, anche
quella di origine politica, parrebbe
in prima analisi che
possa essere spiegata con un mix di cultura
ultrà, condita da qualunquismo neonazista o
fascista, da una profonda solitudine
individuale e da mancanza di valori.
Questo è vero solo in
parte, o meglio, andrebbe spiegato il come
si arriva a risultati così eclatanti;
la prima analogia che si rileva nelle
due città è che in ambedue è in atto da
molto tempo un tentativo di nascondere la
realtà politica intrinseca negli episodi di
aggressioni ad “avversari” politici e quindi
di negare o minimizzare l’intento politico
anche dove è palese.
In molti casi infatti si tenta di dare una
lettura dei fatti in cui i ragazzi si
definiscono violenti perché si annoiano,
come venne rappresentato nel bellissimo film
di Kubrick Arancia Meccanica, o perché non
sono seguiti dai genitori, per il troppo
permissivismo, o
perché gli consentiamo di giocare a
videogiochi troppo violenti.
La seconda è che in ambedue
le città i rispettivi sindaci hanno
improntato la loro campagna elettorale sulla
paura del “diverso” su un concetto di città
sicura e liberata dalla presenza di persone
“non desiderate”.
Ed infatti
nelle due città, subiito dopo
l’elezione dei sindaci,
furono un proliferare di movimenti e
centri sociali di ispirazione neofascista o
neonazista, di manifestazioni in cui gli
slogan più frequenti erano quelli inneggianti
alla sicurezza, e contro gli immigranti; non
dobbiamo dimenticare infatti
che il nostro sindaco è stato
condannato in via definitiva per istigazione
all’odio razziale a causa
della sua campagna politica contro
gli insediamenti Rom.
Aver portato all’interno delle
amministrazioni comunali personaggi di
dubbia reputazione, anzi in alcuni casi dei
veri propri picchiatori fascisti, come nel
caso di Andrea Miglioranzi, capogruppo della
Lista Tosi a Palazzo Barbieri e reo di
essere uno dei picchiatori dei tre
paracadutisti della Folgore (vedere sopra) e
anche bassista del gruppo nazirock
“Gesta Bellica”.
Le aggressioni di stile fascista avvenute a
Roma e a Verona, la campagna elettorale
basata su slogan simili da parte dei due
sindaci, l’appoggio chiesto ed avuto dalla
stampa nel tentativo di nascondere e negare
il carattere politico delle aggressioni,
fanno si che sia Alemanno che Tosi hanno
pesanti responsabilità nel clima
di insicurezza sociale che le due
città attualmente soffrono ed anche nella
deriva fascista che le due amministrazioni
lentamente hanno innescato e che fatalmente,
se non si porrà rimedio, inciderà
profondamente nella società.
Per inciso, per il prossimo 14 gennaio è
previsto in Basso Acquar una rassegna
musicale in cui parteciperanno alcuni gruppi
che si ispirano ad ideologie naziste, come
il già citato “Gesta
Bellica”.
Ci auguriamo tutti in primo
luogo che questa manifestazione non abbia
luogo, ma soprattutto che la
stampa locale non si limiti a propinarci
anche in questo caso la consueta immagine di
movimenti giovanili disorganizzati, annoiati
e in preda alla paranoia, ma soprattutto non
continui ad ignorare la realtà politica che
sta alla base di tali movimenti.
Verona e Roma non hanno bisogno di sindaci
che in cambio di piccoli o grandi vantaggi
elettorali seminano odio e paura, non
sentono la necessità di trovare sempre e
comunque il “diverso” da delegittimare, ma
hanno bisogno di un clima politico civile e
tranquillo, in cui la gente possa vivere in
maniera serena e senza conflitti.