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ALL'INTERNO DEL PD ESISTONO DUE LINEE DI PENSIERO, IN MOLTI CASI OPPOSTE TRA DI LORO; SIA QUANTO SCATURITO DAL DIBATTITO ALLA LEOPOLDA SIA QUANTO PROPOSTO DALL'ALA MASSIMALISTA NON RAPPRESENTANO IL PENSIERO SOCIALISTA A tutti ormai è noto quale dicotomia in questo periodo sta subendo la linea politica del PD e che ha determinato il sorgere di due strategie, in molti casi agli antipodi tra di loro; da un lato abbiamo la linea della segreteria del partito, dibattuta pochi giorni fa alla Leopolda, e dall'altro la linea della minoranza interna, più massimalista, molto vicina alle posizioni sindacali che hanno portato alla manifestazione della CGIL a Roma il 25 ottobre scorso. Due visioni della sinistra che vedono, in ambedue i casi, i socialisti su posizioni differenti o quantomeno critiche, a cominciare dalla affermazione di Renzi nella kermesse fiorentina circa il voto contrario della sinistra italiana allo Statuto dei Lavoratori; ovviamente questo non corrisponde certamente alla verità in quanto, come sanno bene i socialisti, in quel periodo il PSI era al governo, fu il proponente della legge e il PCI non votò contro ma si astenne. Non solo, ma nel PSI di allora il tema del lavoro era talmente sentito che a Nenni dobbiamo la prima legge in difesa dei lavoratori contro i licenziamenti individuali, anticipando di fatto il successivo Statuto elaborato dai socialisti Brodolini e Giugni. E che dire sulle motivazioni espresse dalla CGIL in merito alla manifestazione del 25 ottobre a Roma? Il pensiero socialista in questo caso è stato bene espresso da Nencini in una newsletter indirizzata a tutti gli iscritti e simpatizzanti ( si può consultare il nostro articolo www.veronadelpopolo.it/PSI_Lavoro.html ). Si stanno scontrando di fatto, nel campo della sinistra italiana, due linee di pensiero tra loro molto lontane e difficilmente compatibili, che prefigurano scenari e politiche diverse; noi socialisti dobbiamo forse rimanere schiacciati da queste due sinistre, una in un certo senso massimalista, rappresentata da quella parte del PD attualmente minoritaria rispetto alla linea renziana e supportata dalla parte CGIL del movimento sindacale, e l'altra, si progressista e riformatrice, ma che tende a "dimenticare" come il suo leader, l'importanza storica e politica che ha avuto il PSI nel nostro Paese? E' lampante quindi come risulta di fondamentale importanza rimarcare i cardini del pensiero socialista, soprattutto in presenza di una società complessa come quella odierna che sta cambiando velocemente e profondamente il nostro modo di pensare. Va visto in quest'ottica l'articolo del nostro segretario Nencini pubblicato sull'Avanti on line del 5 novembre ( consultare l'allegato ), in cui vengono messe a confronto le due idee di sinistra prima citate: la sinistra massimalista ispirata a vecchi concetti e la sinistra riformatrice, libertaria e progressista ben rappresentata dagli ideali socialisti. Di analogo contenuto, anche se inquadrato in un diverso contesto, l'altro articolo allegato, scritto da Leonardo Scimmi e pubblicato lo scorso 4 novembre sempre sull'Avanti on line. In merito invece alle "dimenticanze storiche" del nostro premier sul ruolo avuto da PSI nella "vituperata prima repubblica" molto sarcastici sono due articoli di altrettanto noti opinionisti politici quali Pierluigi Battista e Guido Vitiello. L'articolo di Battista, pubblicato sul Corriere della Sera del 3 novembre, punta a stigmatizzare l'assenza nel discorso di Renzi alla Leopolda dei dovuti riferimenti storici sul ruolo del PSI nella realizzazione dello Statuto dei Lavoratori, quasi a voler cancellare " ogni sia pur minimo frammento che ricordi la tradizione socialista italiana ". Ed inoltre " Dice Renzi che la sinistra nemmeno votò a favore dello Statuto dei lavoratori con l’articolo 18. Ma come, lo Statuto dei lavoratori è stato fatto dalla sinistra, quella socialista. Il padre dello Statuto è stato un socialista, Giacomo Brodolini e il suo ispiratore un grande giuslavorista socialista, Gino Giugni. E invece passa l’idea che la «sinistra» sia stata contro. Il socialismo espulso dalla storia e dalla sinistra. Una dimenticanza. Ma molto eloquente ". Molto più ironico invece il secondo articolo, pubblicato sul Foglio di sabato 1 novembre, a firma di Vitiello; in cui si fa riferimento a due tentativi maldestri di censura da parte di Stalin e Fidel Castro. Dice Vitiello " Come le mani di Karl Radek che continuavano a dimenarsi, staccate dal corpo del loro proprietario, nel filmato di un congresso della Terza Internazionale, Stalin voleva azzerare ogni traccia del dirigente bolscevico caduto in disgrazia " ed inoltre " Oppure le tre versioni nelle fotografie della Rivoluzione cubana. La prima con Castro che parla animatamente accanto a Carlos Franqui e ad Enrique Mendoza, nella terza, strappati via i dissidenti Franqui e Mendoza solo Castro che parla come uno squilibrato " e in conclusione " Questa sparizione assoluta di un pezzo importante della nostra storia, come vogliamo definirla? ". Sono articoli assolutamente da non perdere!.
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