I punti programmatici del PSI Veneto per le Elezioni Regionali

I punti programmatici del programma socialista per le elezioni regionali in Veneto

Come è noto il 20 ed il 21 settembre 2020 siamo chiamati a votare per il rinnovo del Consiglio Regionale del Veneto.

Il PSI veneto ha deciso di partecipare con i propri candidati a questa tornata elettorale e con il suo simbolo insieme ad Italia Viva, Partito Repubblicano e Civica per il Vento nella lista Daniela Sbrollini Presidente e ha voluto mettere insieme alcune idee e stilare un programma che riassume i propri punti programmati prioritari.

Di seguito si possono trovare un breve riassunto e alcuni approfondimenti sui temi programmatici.

1 - Sanità: pubblica, pubblica, pubblica

Le prenotazioni di visite specialistiche ai CUP devono vedere ridotti i tempi che sono diventati inacettabili. Occorre invertire la rotta: vanno riorganizzati i servizi di base territoriali con una più attenta valorizzazione dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta, della guardia medica e con una efficace integrazione con altre figure professionali infermieristiche, riabilitative, socio-sanitarie, con l’attività di prevenzione, specialistica ed ospedaliera. Se le risorse non sono sufficienti, ai tempi del Covid, è necessario sostenere l’utilizzo dei fondi europei MES, disponibili subito per attrezzare la sanità.

2 - Fragilità del territorio - Agire per non subire

La Salvaguardia del territorio è fondamentale. Il Veneto presenta delle importanti criticità dovute al cambiamento del clima: costante aumento di eventi atmosferici violenti, rischi alluvionali in pianura, rischio di frane e smottamenti nelle aree montagnose e collinari e fenomeno dell’acqua alta. Serve potenziare il sistema di prevedibilità e allerta dei fenomeni, anche coraggiosamente con livelli d’allerta chiari e informazione istituzionale in tempo reale (molti fenomeni che hanno coinvolto anche le popolazioni non sono stati chiaramente comunicati attraverso i canali mediatici). Organizzare meglio il servizio di protezione e prevenzione dai rischi del territorio, rivedendo i conflitti di competenze tra troppi enti interessati (Regione, province, enti no-profit di volontariato e Stato in caso di grandi calamità). Occorre un grande programma di pulizia ordinaria e straordinaria delle aree boschive e dei bacini idrografici. Quanto alla Protezione Civile, la Regione dovrebbe programmare almeno una esercitazione annuale provinciale che tratti le diverse problematiche che insorgono in eventi climatici o virali che purtroppo diventano sempre più frequenti; aumentare il contributo per le spese sostenute dalle associazioni indipendenti e ridurre i tempi di rimborso a 60 giorni dalla presentazione della domanda; rivedere infine la composizione dei distretti: è dal basso che devono nascere e non essere imposti dall’alto.

3 - Turismo: più risorse regionali per rendere operative le destinazioni turistiche

Il Veneto è la prima Regione in Italia per numero di presenze turistiche. Molto bene la legge regionale che definisce le destinazioni turistiche (OGD) del Veneto ma occorre che la Regione trovi velocemente le risorse per finanziarle adeguatamente e dare loro vera operatività. I buoni propositi non possono restare sulla carta ma devono trovare nella Regione una interlocuzione privilegiata per uno sviluppo vero e perseguibile.

4 - Sicurezza: azioni concrete, non la solita demagogia

Sicurezza non significa blindare le città! Sicurezza è invece renderle vivibili. Oltre alla presenza costante delle forze di Polizia dello Stato impegnate nel territorio con competenze specifiche, molto può fare la Regione per attivare le sue competenze di coordinamento nei confronti delle Polizie Locali dei comuni del Veneto. Per anni la Regione Veneto non ha messo un euro dei propri bilanci a servizio del coordinamento delle Polizie Locali del Veneto. Va invertita questa tendenza, rielaborando un tavolo di confronto tra le istituzioni regionali per fornire alle Polizie Locali del Veneto strumenti e risorse che consentano loro di meglio interfacciarsi con le forze di Polizia dello Stato per rendere efficace una capillare presenza sul territorio, che generi quella sicurezza tanto desiderata dai cittadini veneti. Incentivare la sottoscrizione di convenzioni tra gli Enti per avere delle Polizie Locali più strutturate; sostenere la formazione degli operatori e dei comandanti perché vi sia omogeneità di risposte ai cittadini in tema di sicurezza, nei grandi come nei piccoli comuni; riaffermare il ruolo centrale della Regione nel coordinamento delle politiche sulla sicurezza in tutto il territorio regionale.

5 - Autonomia: no ad un nuovo centralismo regionale, ma più potere ai territori

Auspichiamo un modello federalista basato sul principio di sussidiarietà, valorizzando gli enti locali (più vicini alle necessità dei territori e ai cittadini) e riducendo il rischio di una nuova forma di centralismo regionale. Restituire alla regione Veneto il ruolo di organo di programmazione ed eliminare le duplicazioni di spesa. È necessaria un’importante riforma regionale per una riorganizzazione territoriale che tuteli e valorizzi (con maggiori margini di autonomia) alcuni territori peculiari (con importante patrimonio ambientale e culturale) come le comunità montane del bellunese, del vicentino e del veronese, Venezia e il suo bacino lagunare e l’area del Delta del Po. Una doverosa revisione, estensione e più corretta perimetrazione delle città metropolitane (Padova, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza), organizzate nel sistema policentrico del Veneto centrale ed infine incentivare le aggregazioni territoriali per la creazione di comuni di maggiori dimensioni, attraverso la fusione e l’unione dei Comuni secondo aree omogenee.

6 - Giovani e lavoro: nuove politiche per nuovi lavoratori

Servono politiche attrattive per trattenere nella nostra regione i giovani veneti (soprattutto diplomati/laureati/specializzati), in fuga verso altre aree in Italia e all’estero. Le stesse politiche attrattive verso competenze e specializzazioni devono essere rivolte alle quote di persone extra-UE, da impiegare nella filiera della ricerca, basandosi altrettanto su meriti e competenza. La Regione Veneto dovrebbe coordinarsi con il livello centrale per far funzionare e rendere efficaci i centri dell’impiego (agenzie provinciali del lavoro) potenziandone la qualità, con personale che si dedichi alle persone escluse che non riescono ad essere ricollocate. Attivare percorsi di formazione innovativi rispondenti alle nuove esigenze lavorative e, al diffondersi dei nuovi mestieri che richiedono competenze interdisciplinari con programmi di alfabetizzazione digitale di massa anche per chi non lavora e per gli anziani così da ridurre il rischio di esclusione dalla società. Corsi di reinserimento. Promuovere e coordinare l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro, tra Università, imprenditoria, sindacati e Comuni.

7 - Grandi opere sostenibili: Torniamo a volare alto!

Dobbiamo saper cogliere in anticipo le opportunità che ci vengono da grandi progetti infrastrutturali come il corridoio europeo Lione-Budapest AV/AC, le olimpiadi invernali di Cortina e Milano e lo sviluppo dell’aeroporto Marco Polo e il porto di Venezia, raccordandoli con la rete interna di collegamenti e sviluppando progetti di trasformazione ed integrazione delle reti nei tessuti urbani. Proponiamo un giusto equilibrio tra sviluppo infrastrutturale e sensibilità ambientale, consapevoli che nel territorio del Veneto centrale, già fortemente compromesso, ci sia la necessità di costruire le reti, riorganizzare e rigenerare il territorio definendo un disegno che sia il frutto di una visione per il futuro economico, sociale e culturale del nostro territorio. Ecco quindi che occorre recuperare l’importanza del paesaggio come elemento caratteristico del nostro territorio, definendo un piano paesaggistico che sappia andare oltre la mera individuazione del costruito, l’edificabile e il non edificabile, ma che sappia armonizzare le emergenze infrastrutturali con il contesto ambientale, le diverse specificità e i comparti produttivi più compatibili in termini ambientali e socio-culturali.

8 - Diritto alla casa: un veloce piano di edilizia pubblica che recuperi l'esistente

Le crisi economiche hanno aumentato anche nel Veneto le richieste di alloggi di edilizia pubblica e la regione non ha saputo provvedervi adeguatamente, scaricando sui singoli comuni le problematiche relative agli accessi ed aumentando le difficoltà nelle liste d’ingresso attraverso l’aumento della soglia dell’ISEE. Occorre riadeguare le soglie di accesso ISEE, aumentare le risorse per riqualificare il patrimonio edilizio pubblico anche attraverso il programma di acquisto e recupero dei moltissimi immobili abbandonati nel nostro territorio. Quanto al piano casa regionale, esso ha generato conflitti di competenza con gli strumenti urbanistici dei diversi comuni veneti, in particolare sul consumo del suolo, sulle volumetrie ammissibili e sul conflitto di competenze. Necessita maggiore coordinamento negli orientamenti spesso contradditori, così vale anche per la legge sul consumo del suolo.

9 - Welfare e anziani: al primo posto la dignità

Chiediamo la costituzione di un forum sulle diseguaglianze e un programma di aumento della qualità della vita che sia adeguato allo standard di una regione locomotiva d’Italia. Gli anziani della nostra regione meritano un maggior impegno da parte della regione, in particolare agendo sui costi insostenibili per le famiglie delle case di riposo, dell’assistenza a domicilio e dell’aiuto negli spostamenti.

10- Mobilità e trasporti: più connessioni per toglire il Veneto dall'isolamento

Connettere il Veneto, che è la prima regione italiana a vocazione turistica e una delle prime per esportazione manufatturiera, in maniera più adeguata con il resto del mondo. Sostenere il completamento dell’AV/AC del corridoio est/ovest da Milano a Trieste, potenziando le nuove centralità determinate dalle stazioni interessate: i Nodi di interscambio. Quanto al trasporto locale, occorre rilanciare il progetto accantonato dall’attuale giunta regionale del Sistema Ferroviario Metropolitano SFMR dell’area centrale veneta, sul modello lombardo, attuando un adeguato servizio cadenzato. Bisogna implementare delle nuove tratte e definire nuove fermate, incluso il collegamento con gli aeroporti di Venezia e Verona, per connettere le fermate e le stazioni con il resto della rete TPL su gomma e mezzi privati (parcheggi per auto, bici moto). Sosteniamo, infine, la realizzazione della ferrovia delle Dolomiti.

  •   Via Chioda 125A - 37134 VERONA
    Presso la sede del C.C.C.

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