8 MARZO - FEMMINILE, PLURALE 2016 Tavola rotonda "Donne e lavoro, gioie e dolori" con la partecipazione della Consigliera di Parità della Provincia di Verona Paola Poli |
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IN OCCASIONE DELLA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA I COORDINAMENTI DONNE DEI SINDACATI CGIL, CISL E UIL, IN COLLABORAZIONE CON PAOLA POLI, PROMUOVONO UNA TAVOLA ROTONDA PER DISCUTERE DELLA SITUAZIONE LAVORATIVA FEMMINILE Lo scorso sabato 27 febbraio ha preso il via l’edizione 2016 della manifestazione " Ottomarzo. Femminile, plurale " promossa dall' assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Verona; quest'anno, tra l'altro, ricorrono i 70 anni dalla conquista del voto alle donne in Italia! Le donne in realtà sono da sempre protagoniste e hanno contribuito spesso, come e più degli uomini, a costruire la storia e questa bella manifestazione serve per comprendere meglio il lungo e difficile percorso politico-sociale fatto dalle donne, soprattutto nel periodo che va dal dopoguerra ai giorni nostri. Diritti, impegni e valori sono le parole chiave per comprendere quanto importante, profondo e ammirevole sia il contributo delle donne nella nostra società; le donne guardano avanti e hanno lo sguardo rivolto al futuro! Il programma della manifestazione comprendeva oltre trenta iniziative, che hanno visto il coinvolgimento dell' intera città: dai servizi dell'Assessorato alle Pari Opportunità a numerose altre istituzioni pubbliche, tra cui l'Azienda Ospedaliera, l'ULSS 20, l'Università, i Musei; dalle Circoscrizioni alle organizzazioni sindacali CGIL-CISL-UIL, con la partecipazione di molte associazioni femminili e associazioni culturali. Di particolare interesse è stata la tavola rotonda " Donne e Lavoro - Gioie e dolori " che si è svolto mercoledì 2 marzo alle ore 17.00 presso la Sala Convegni del Palazzo della Gran Guardia e che ha visto, nel ruolo di coordinatrice dei lavori, la Consigliere Pari Opportunità della Provincia la socialista Paola Poli e promosso dalle organizzazioni sindacali CGIL-CISL-UIL di Verona " La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore (art. 37 Costituzione) " era il tema del convegno e metteva a confronto questi principi, in tempi di dichiarata raggiunta parità tra i sessi, con l'amara realtà che invece vede discriminazione tra i sessi e nuove forme di intimidazione. Dati, commenti e testimonianze sulla situazione delle donne nel mondo del lavoro e sulle reali possibilità di carriera e retribuzione sono stati portati, discussi e analizzati in questa tavola rotonda che ha voluto essere una occasione di dialogo tra sindacaliste, imprenditrici, dirigenti e lavoratrici. Quali traguardi sono stati raggiunti? Quanta strada resta da fare? Quali sono gli ostacoli da rimuovere? Queste sono state le domande a cui il convegno ha cercato di dare una risposta. Donne e lavoro: un rapporto che non ha ancora perso la propria valenza sociale. Se una donna al lavoro fosse semplicemente “un lavoratore”, ossia se non esistesse più alcuna discriminazione di genere in ambito lavorativo le domande sopra poste non avrebbero più senso e non avremmo bisogno di risposte. Ma non è così, basta infatti fare un semplice paragone: l'uomo lavora e se non lavora perché lo ha perso ne cerca un altro, ma a nessuno viene da chiedersi “come l’uomo concilia le esigenze del lavoro con quelle della famiglia” o con i figli eccetera, come invece viene spontaneo chiedersi per una donna. Già il fatto che invece si stilino tuttora fior di statistiche e ricerche sulla posizione femminile nel mondo del lavoro, è una spia che la parità di condizioni di cui tanto si parla da decenni ancora non è stata conquistata, almeno non del tutto. Come infatti viene dimostrato dallo studio "Unlocking the full potential of women at work di McKinsey" secondo il quale il lavoro femminile rappresenta ben il 53% dei nuovi ingressi nel mondo del lavoro, ma il solo il 40% dei manager, il 35% dei direttori di funzione ed ancora meno se si sale ulteriormente nei livelli di carriera. Questo dimostra che per le posizioni apicali e di dirigenziali si preferisce ancora far avanzare lavoratori maschi. Per quanto riguarda il mercato del lavoro nel nostro Paese il Global gender gap report, che misura il divario di genere in 145 paesi, dice che siamo al 111° posto su 145 paesi, con il 13% di disoccupazione femminile; solo il 54% delle donne partecipa al mercato del lavoro e comunque guadagnano la metà di un collega uomo. Nessun Paese avanzato è così in fondo alla classifica. Ma se l’Italia non dà gran prova di considerazione per il lavoro femminile, non è che negli altri Paesi economicamente più evoluti l'emancipazione femminile sia maggiormente consolidata; in un’altra ricerca " Review è Minimizing The Motherhood Penalty: What Works, What Doesn’t and Why? " della Harvard Business School ci aiuta a capire come anche negli “avanzati” USA il pregiudizio sia ancora persistente. E dal punto di vista economico le cose non vanno certamente meglio: ricerche specifiche confermano che le donne continuano a ricevere stipendi più bassi dei colleghi maschi, come per esempio nel settore assicurativo, dove una donna prende mediamente il 62,5% della retribuzione di un uomo a parità di livello. Ma non mancano settori quasi altrettanto iniqui: per esempio, nella vendita al dettaglio, area in cui mediamente le donne arrivano al 64,3% della retribuzione di un uomo, mentre nel settore immobiliare raggiungono il 66%. In questa pagina possiamo ascoltare l'intervento alla tavola rotonda di Paola Poli e visualizzare le slide che ha utilizzato nel suo discorso.
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