Pastorelli sull'importazione di olio dalla Tunisia " Tracciare l'olio tunisino, intervenga il Ministero delle Politiche Agricole " |
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IL DEPUTATO SOCIALISTA MOLTO POLEMICO CON L'INIZIATIVA DELLA COMMISSIONE EUROPEA DI IMPORTARE 35 MILA TONNELLATE DI OLIO DI OLIVA DALLA TUNISIA PER I DANNI CHE TALE DECISIONE PROVOCHERA' ALLA NOSTRA PRODUZIONE AGRICOLA “ La notizia dell’importazione senza dazio di 35 mila tonnellate di olio tunisino ha logicamente scatenato le reazioni dei produttori italiani che vedono minacciate le vendite, temono un crollo delle quotazioni nazionali e sono preoccupati che il prodotto tunisino, una volta giunto nei nostri porti, possa acquisire il via libera per essere commercializzato come made in Italy. Niente di più facile, viste le recenti notizie di cronaca inerenti al maxi sequestro avvenuto nei giorni scorsi di 7 mila tonnellate di extravergine nordafricano venduto poi come italiano”. Così Oreste Pastorelli, deputato del Psi e componente della commissione Ambiente della Camera, nell’interrogazione presentata al ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. “ E’ certamente condivisibile – prosegue il parlamentare socialista – ”l’intenzione della Commissione europea di sostenere l’economia tunisina, alle prese con una grave recessione. Sembra, però, che si vogliano, a più riprese, smantellare le nostre eccellenze. Ho chiesto, quindi, al ministro Martina di intervenire nelle sedi opportune affinché si pongano condizioni rigorose per l'olio tunisino destinato all'importazione senza dazio. Al fine di tutelare il settore olivicolo-oleario italiano la cui leadership è riconosciuta a livello internazionale, il prodotto nordafricano deve essere accompagnato da misure di tracciabilità e di commercializzazione che ne impediscano la possibilità di essere etichettato come made in Italy ". Di seguito il testo dell'interrogazione: " Al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali
premesso che: su tale risoluzione, nel mese di marzo 2016 la Commissione plenaria del Parlamento europeo dovrà esprimersi in modo definitivo; è certamente condivisibile l'intenzione della Commissione europea di sostenere l'economia tunisina ma sembra proprio che si voglia, a più riprese, smantellare il made in Italy; solo qualche settimana fa, a tal proposito, si è svolto a Bruxelles un incontro tra il Commissario all'agricoltura ed il Ministro interrogato per confrontarsi sul progetto di smantellare il sistema della doc, la denominazione di origine controllata, e delle doc, la denominazione di origine controllata e garantita, che praticamente proteggono moltissimi prodotti italiani e la metà circa dei vini italiani da tutte le imitazioni in giro per il mondo; ora la notizia che la Commissione europea propone di mettere a disposizione, dal 1o gennaio 2016 al 31 dicembre 2017, con apertura a decorrere dall'esaurimento del già vigente contingente tariffario senza dazio di 56.700 tonnellate, iscritto nell'accordo di associazione euromediterraneo, un nuovo contingente tariffario senza dazio unilaterale di ulteriori 35.000 tonnellate all'anno per le esportazioni tunisine di olio d'oliva nell'Unione europea in aggiunta alle precedenti; la notizia dell'importazione senza dazio di olio tunisino ha logicamente scatenato le reazioni dei produttori italiani che vedono minacciate le vendite, temono un crollo delle quotazioni del prodotto nazionale e sono preoccupati che il prodotto tunisino, una volta giunto nei porti italiani, possa acquisire il via libera per essere commercializzato come made in Italy; niente di più facile viste le recenti notizie di cronaca inerenti il maxi sequestro avvenuto in Puglia di 7 mila tonnellate di extravergine nordafricano venduto poi come italiano; anche se la proposta di regolamento, al fine di prevenire frodi, contiene una serie di previsioni a cui dovrà attenersi la Tunisia ai fini della commercializzazione, in ordine all'origine del prodotto, ciò, comunque, non garantisce affatto che l'olio tunisino, una volta entrato nell'Unione europea, possa essere falsamente etichettato come olio di origine comunitaria se non addirittura di origine italiana e tale decisione si prospetta, dunque, un'ulteriore stangata nei confronti dei produttori agricoli italiani già alle prese con le emergenze causate da batteri e calamità naturali : Chiede quali iniziative il Ministro interrogato abbia intenzione di intraprendere, intervenendo nelle sedi opportune, affinché in sede di adozioni delle determinazioni di cui in premessa si pongano condizioni rigorose affinché l'olio tunisino, destinato all'importazione senza dazio, sia accompagnato da misure di tracciabilità e di commercializzazione che impediscano la possibilità che sia etichettato come made in Italy al fine di tutelare il settore olivicolo-oleario italiano la cui leadership è riconosciuta a livello internazionale. " Oreste Pastorelli
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