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NEGLI SCORSI GIORNI LE ANNUNCIATE DIMISSIONI DI NAPOLITANO; I SOCIALISTI NON GLI FANNO MANCARE IL LORO APPREZZAMENTO PER IL SUO COSTANTE IMPEGNO A SALVAGUARDIA DELLE ISTITUZIONI E DELLE PREROGATIVE DEL PARLAMENTO Alla fine, dopo averle più volte annunciate e dopo nove anni di mandato presidenziale, sono arrivate le dimissioni da Presidente della Repubblica di Giorgio Napolitano. Le dimissioni del Presidente della Repubblica sono state il tormentone politico degli ultimi giorni dello scorso anno ed è proseguito, senza alcuna discontinuità, nelle prime settimane di questo nuovo. Come è noto c’era solo da attendere un atto formale, anche se politicamente importante, quale la conclusione del semestre di presidenza italiana della UE; ma arrivata a conclusione questa scadenza politica ecco, immediatamente il giorno successivo, arrivare ai Presidenti delle Camere le dimissioni di Napolitano. Ufficialmente le dimissioni sono state motivate dallo stesso per la stanchezza dovuta all’età avanzata e ad alcuni problemi di salute che non gli consentivano più di svolgere nel migliore dei modi il suo incarico istituzionale, ma tutti sappiano che non è così. E' utile fare un passo indietro e precisamente nell’ultima settimana dello scorso anno, quando Napolitano fece un discorso al Paese sull’antipolitica, che a tutti parve, volendo escludere il discorso di fine anno agli italiani, il lascito politico e culturale di un uomo che aveva ormai ben pianificato il suo addio dagli impegni presidenziali ed istituzionali. E’ importante questo discorso in quanto da’ l’idea del suo impegno e dei suoi sforzi per togliere dalla politica italiana un peso enorme che la affligge ormai da moltissimi anni, ovvero la corruzione che la pervade a tutti i livelli, fin nei meandri più nascosti e profondi, e che fa nascere, per reazione, un diffuso senso di frustrazione e di rivolta nella gente, appunto l’antipolitica. Napolitano comprende benissimo che l’antipolitica, nutrita da rabbia sociale e rivolta, in un momento difficile come quello che sta attraversando il nostro Paese, con la cronica instabilità intrinseca del nostro sistema politico che non permette di avviare le riforme che sarebbero indispensabili, potrebbe diventare una potenziale bomba ad orologeria pronta ad esplodere. E sta proprio in questo suo costante e forte impegno di salvaguardia della buona politica e delle istituzioni a provocare in qualche caso avversioni e reazioni a volte addirittura scomposte. Ma forse ci si dimentica che questo suo, secondo alcuni ma tutto da verificare, “sconfinamento di poteri a supporto del potere esecutivo” è invece dovuto all’impegno assunto in occasione della sua rielezione dopo il primo settennato. Sconfinamento ovviamente non tanto perché ha dovuto supportare il Premier nelle sue funzioni, ma in quanto questo suo secondo mandato di Presidente della Repubblica era funzionale all’avvio delle riforme istituzionali che il Paese assolutamente necessita per uscire dal tunnel della recessione che ci sta attanagliando. Napolitano, ora che questo percorso sembra ben avviato, ha deciso di lasciare, forse con leggero anticipo rispetto a quanto si era immaginato, ad altri il compito di portarlo a termine Spetta ora alla politica, attraverso i partiti, a sciogliere il nodo candidature, nella speranza che il candidato scelto sia una figura altamente competente e rappresentativa dell’unità nazionale, con profonda esperienza e autorevolezza in campo nazionale ed internazionale, capace di interpretare tutte le istanze che provengono dal Paese. Un grazie al Presidente Napolitano è pervenuto dal Segretario Nencini che dice " Un lavoro costante e formidabile, indispensabile per l’unità di un’Italia fragile e per la ricostruzione della sua autorevolezza in Europa. Grazie ad un grande Presidente e ad un uomo per il quale ho sempre nutrito profonda stima. Il suo esempio e il suo altissimo senso dello Stato faranno ancora da guida alle Istituzioni di questo Paese ” Ed inoltre “ Non era facile, nove anni in trincea con l’Italia avvolta da una crisi terribile. Nel 2006, con i parlamentari della Rosa nel Pugno, contribuimmo a candidare Napolitano al Quirinale. All’inizio da soli poi la pattuglia si ingrossò. Due anni fa successe quel che successe. Se abbiamo ripreso un filo di dialogo con le istituzioni europee lo dobbiamo anche a lui. Se le divisioni nazionali non sono diventate fratture profonde lo dobbiamo anche a lui. E’ stato uno dei pilastri di una nazione in difficoltà’. Con Pertini e Ciampi, un padre della Patria ” Puoi leggere anche:
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