PSI - Manifesto per l'Europa. Non c'è un momento da perdere

Nel Consiglio Nazionale PSI è stato approvato a grandissima maggioranza il documento " Manifesto per l'Europa " in cui si delineano i nostri obiettivi per le prossime elezioni europee.

Il Consiglio Nazionale del Psi, tenutosi a Roma la scorsa settimana, ha approvato la convocazione del Congresso straordinario nazionale del partito che si svolgerà il 29, 30 e 31 Marzo, prima delle elezioni europee, e a grandissima maggioranza il documento politico “Manifesto per l’Europa-Non c’è un momento da perdere”, riportato più avanti in questo articolo.

Nel 1944 Altiero Spinelli nel “Manifesto di Ventotene” concepiva con straordinaria visione un’utopia che chiamiamo Europa Unita e delineava un progetto per il continente europeo fondato sulla pace, sulla condivisione, sull’unità e sulla rinuncia agli egoismi e ai totalitarismi.

Questa sfida oggi è sempre più attuale, ancor di più che nel passato.

Non sono poche le conquiste politiche ottenute dall’Europa nel corso degli ultimi decenni in tema di diritti sociali e progressi economici dei paesi membri, ma necessitano di un impegno costante nel loro presidio e vanno rivendicate e rilanciate perché mai come in questo periodo sono messe in discussione.

Con il tempo le forze ostili a questi cambiamenti si sono insinuate nel tessuto sociale, soprattutto dove esistono gravi disparità economiche e accentuate differenze sociali.

Le elezioni europee del 2014 avevano visto accorciarsi le distanze tra i socialisti e le forze progressiste nei confronti dei popolari, con un sostanziale pareggio, e il frutto di quel voto è stato un accordo di maggioranza tra PSE e PPE, in nome della governabilità e della stabilità.

Questo accordo è stato pesantemente osteggiato dai movimenti populisti dei vari Stati membri, che hanno alimentato il vento dell’anti europeismo cavalcando l’idea di una Unione “matrigna cattiva”.

Quale ruolo hanno dunque le forze democratiche per contrastare la deriva che vediamo sotto i nostri occhi?

Il periodo che abbiamo davanti sarà importantissimo; i 26 maggio 2019 si terranno le prossime elezioni europee, con uno scenario molto confuso e complesso.

E’ di fondamentale importanza arrivarci con un Partito Socialista e una famiglia socialista europea forte; al centro della nostra azione dovranno esserci proposte che permettano ai socialisti di tornare a occupare degnamente uno spazio che forse negli ultimi anni non è stato sufficientemente difeso, quello della giustizia sociale.

Di seguito il testo del documento approvato nel Consiglio Nazionale PSI.

MANIFESTO PER L' EUROPA - NON C'È UN MOMENTO DA PERDERE

• Nel 2019, per la prima volta da quarant’anni, l’elezione del Parlamento europeo sarà un’occasione cruciale per il futuro dell’Europa e del mondo, e non una consultazione secondaria rispetto alle elezioni nazionali. Dal suo esito dipenderà la continuità di una prospettiva di crescita nella libertà delle persone e dei mercati, oppure la regressione ulteriore nel disordine internazionale ed in guerre commerciali che rischiano di sfociare in guerre guerreggiate.

• Da quando statisti illuminati firmarono i Trattati di Roma molto è cambiato. Sul piano politico è caduta la cortina di ferro, che fino al 1989 aveva innegabilmente costituito il principale confine della Comunità europea. Sul piano economico l’inevitabile apertura dei mercati ha stabilito un nuovo equilibrio fra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo. Sul piano sociale la stessa espansione del Welfare State dei trent’anni gloriosi e l’innovazione tecnologica introdotta nei processi produttivi hanno profondamente cambiato la composizione sociale dei paesi dell’Europa occidentale. Sul piano culturale l’accesso generalizzato ad Internet ha messo in discussione identità e gerarchie di valori.

• I Trattati di Maastricht rappresentarono un primo tentativo di reazione a questi cambiamenti, tentativo che presumeva passi ulteriori in vista della costruzione di una più solida sovranità europea. In particolare l’adozione di una moneta unica postulava una comune politica fiscale e finanziaria, che non c’è stata se non nei termini di supplenza messi in campo negli ultimi anni dalla Banca centrale europea. Il disordine geopolitico è esploso. L'Europa è sull'orlo di una drammatica disgregazione.

• E’ in questo contesto che hanno trovato spazio movimenti sovranisti che finora peraltro hanno rappresentato piuttosto il problema che la soluzione. Essi tuttavia segnalano il paradosso per cui alla cessione di sovranità da parte degli Stati membri non ha corrisposto analoga assunzione di sovranità da parte dell’Unione europea: tanto da far temere che la stessa nozione di sovranità finisca per evaporare a favore di poteri privi di legittimazione democratica.

• In Italia, per giunta, l’insorgenza sovranista non ha trovato argini in un sistema politico debole e sfilacciato, come ha mostrato di essere quello seguito alla fine della prima Repubblica. Anche per questo diventa esplicito quello che altrove resta implicito: l’antiparlamentarismo, il protezionismo, l’insofferenza per le regole dello Stato di diritto. Ed è su questo terreno che va condotta l’opposizione ad un governo che, come è già accaduto nella storia europea, rischia di essere un punto di riferimento per le forze antieuropeiste ancora minoritarie negli altri Stati membri.

La responsabilità di chi ha un'altra idea di Europa è grande. Non si può più aspettare.

I socialisti, approvata la relazione svolta dal segretario nella segreteria dello scorso 3 ottobre, auspicano:

che le forze che hanno finora rappresentato la constituency dell'Europa, aperte ad altri soggetti, si impegnino in un lavoro di profondo cambiamento dell'Unione Europea tornando al primato della politica: rafforzare la politica estera e di sicurezza, rivedere le politiche economiche e sociali valorizzando il principio di sussidiarietà e mettendo le briglie ad una deleteria finanziarizzazione, evoluzione della Commissione in un vero governo legittimato da libere elezioni, voto a maggioranza qualificata, e infine una forte tensione verso gli Stati Uniti d'Europa.

che la mobilitazione necessaria ad allontanare i rischi che incombono debba coinvolgere tutta la società italiana. Per questo valutano positivamente l'adesione dei radicali alla candidatura promossa dal PSE alla presidenza della Commissione Europea e invitano le forze riformiste - politiche e civiche - a condividere un percorso comune.

Il Consiglio Nazionale rilancia e fa proprio l'Appello ai Socialisti affinché fino dal prossimo congresso si torni a lavorare a un progetto comune e si impegna alla costituzione di una coalizione europeista, aperta al mondo civico, da costruire intanto con chi si renda disponibile, che offra agli elettori una chiara alternativa per sbarrare il passo all'Internazionale nera promossa dal leader della Lega e al fronte anti europeista di cui i 5 Stelle fanno parte.

  •   Via Chioda 125A - 37134 VERONA
    Presso la sede del C.C.C.

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