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PER DOMENICA 12 OTTOBRE 2014 SONO INDETTE LE ELEZIONI PER IL NUOVO CONSIGLIO PROVINCIALE Si stanno scaldando i motori in vista delle votazioni per l’elezione del Presidente e il rinnovo del Consiglio Provinciale di Verona in base alla Legge 56/2014, nota come riforma Delrio sull’abolizione delle province. E’ infatti dello scorso 28 agosto la firma del Presidente Miozzi sul decreto per l’indizione delle elezioni provinciali, previste per domenica 12 ottobre dalle 8 alle 20.00. A questo primo atto amministrativo seguirà la consegna entro lunedì 22 settembre delle firme per la presentazione delle candidature a Presidente, ne sono necessarie 192, e per le liste dei consiglieri, che prevedono almeno 64 firmatari. I primi effetti di questa riforma Delrio sono lo svuotamento delle province dalle loro funzioni, in attesa della riforma Costituzionale del Titolo V che prevede la loro definitiva abolizione, e la non eleggibilità diretta dei consiglieri da parte dei cittadini. Anche se per sommi capi, indichiamo di seguito le novità previste in questa riforma.
- Vengono istituite 10 città metropolitane:
oltre a Roma Capitale che per il suo status ha una
disciplina speciale, Torino, Milano, Venezia, Genova,
Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria. Le
città metropolitane subentrano alle Province omonime
e tra le altre, hanno funzioni legate a
pianificazione territoriale generale, mobilità e
viabilità, promozione e coordinamento dello sviluppo
economico e sociale e dei sistemi di
informatizzazione e digitalizzazione. - nella fase di transizione (cioè fino al 31 dicembre 2014) sono enti di secondo grado ed esercitano le funzioni di pianificazione riguardo a territorio, ambiente, trasporto, edilizia scolastica, il controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale, la promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale. Con la redistribuzione di funzioni tra Regioni e Comuni, e solo in piccola parte alle Province, viene redistribuito anche il patrimonio che il personale con lo stesso compenso. - Fino alla loro definitiva abolizione, sono organi delle province il presidente, il consiglio provinciale e l’assemblea dei sindaci, ma tutti questi incarichi sono esercitati a titolo gratuito. Gli organi non sono più eletti dai cittadini. Il presidente della provincia è eletto dai sindaci e dai consiglieri dei comuni della provincia. Il Consiglio Provinciale, composto da un numero di membri a seconda del numero degli abitanti, è eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali dei comuni della provincia mentre l’assemblea dei sindaci è composta dai sindaci dei comuni appartenenti alla provincia. - Nell’ottica dell’efficacia, ottimizzazione e semplificazione la riforma Delrio dà forte impulso ai piccoli e piccolissimi comuni perché si organizzino in Unioni dei Comuni, semplificando i percorsi burocratici. Tutte le cariche dell’unione sono a titolo gratuito escludendo di fatto la retribuzione ai componenti. Per quanto riguarda la valutazione complessiva della riforma anche all’interno del nostro stesso partito si sono levate alcune voci discordanti, legate soprattutto all’entità vera dei risparmi ottenuti dall’abolizione delle provincie e la mancanza, a più di quattro mesi dall’entrata in vigore del D.D.L., dei decreti attuativi per renderla operativa. “Dovevano essere approvati entro l’8 luglio – spiega infatti il presidente dell’Unione province d’Italia (Upi), – ma le Regioni non hanno trovato un accordo con il governo. Così hanno posticipato al 5 agosto, senza risolvere un bel niente. Si incontreranno l’11 settembre, speriamo che sia la volta buona”. Quindi, ad analizzarla bene, la riforma presenta parecchi punti interrogativi e lati non perfettamente delineati, a cominciare dalla reale portata dei risparmi derivanti dalla scomparsa di consigli e giunte provinciali. Ecco infatti cosa diceva delle province Matteo Renzi nel 2008, quando era presidente di quella di Firenze : “Si possono anche abolire ma i risparmi sarebbero irrisori. Dire che si risolve il problema dei costi della politica cancellandole, come ha fatto Berlusconi, è un facile spot demagogico”. Poco prima dell’approvazione della riforma ebbe però a dire “Se domani passa la nostra proposta sulle province, tremila politici smetteranno di ricevere un’indennità dagli italiani”. Ha cambiato idea oppure si tratta di mera propaganda? La risposta è quasi ovvia, anche in considerazione che la spesa per il mantenimento degli organi politici delle provincie corrisponde a 32 milioni di €, una cifra certo ragguardevole, ma nulla in confronto dei 12 miliardi di € che è il costo complessivo delle province. Ed inoltre non si risolve nemmeno il problema dei dipendenti visto che passeranno ai comuni o alla regione in base alle competenze assegnate, mantenendo ovviamente lo stipendio inalterato. A conti fatti, se si può apprezzare la buona volontà del Governo Renzi e del sottosegretario Delrio nel presentare la riforma delle province, diventa forse difficile convincersi a priori se avrà esiti positivamente apprezzabili; si vedrà a fine anno. In attesa dei decreti attuativi che dovrebbero essere pronti nella seconda metà di settembre, con probabili ricadute sul personale dipendente, stiamo al momento osservando le prime mosse politiche per la costituzione della prossima giunta provinciale. Nel centrosinistra veronese sono iniziati i contatti tra il PSI e il PD per proporre un candidato presidente, mentre nel campo di centrodestra si sta verificando una spaccatura tra le due ali, rappresentate da un lato dalla Lega e da una parte di F.I e dall’altro dalla rimanente F.I. con altre forze politiche, che porterà alla presentazione di due candidati. Ricordiamo che i rappresentanti PSI nei vari Consigli Comunali e che quindi parteciperanno alle elezioni del 12 ottobre sono Mauro De Robertis (Verona), Pietro Zecchetto (S.Giovanni Lupatoto), Franco Storari (S.Bonifacio) e Umberto Toffalini (S.Martino B.A.).
Per saperne di più:
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