De Battisti a L' Arena " Il sovranismo porta guerre "
Di seguito una interessantissima lettera del nostro compagno De Battisti e pubblicata sul quotdiano L'Arena lo scorso 25 settembre.
Una lettera che è anche un invito a tutti coloro che non si riconoscono nelle politiche di Di Maio e Salvini, a chi nella società civile è contrario al populismo e al sovranismo, per fare fronte comune e costruire una alternativa alla politica profondamente iniqua, fascista e antieuropeista di Orban e dei paesi del blocco di Visegrad e in previsione dei prossimo importante appuntamento elettorale europeo del 2019.
" A Pasqua - con giochi di governo ancora in corso - prevedevo che i due «statisti» Di Maio e Salvini avrebbero trovato l'accordo per sedersi alla ricca (per ora almeno) tavola del potere.
Ora mi azzardo ad aggiungere che l'intesa durerà, anche perchè siamo solo agli antipasti e la fame tanta.
Certo, faranno un po' di scena, ci spiegheranno che il «governo del cambiamento» richiede qualche sacrificio.
Quello che non mi aspettavo (ma che temevo, ahimè) è che il cupio dissolvi del Pd sarebbe arrivato a questo punto. Invece di prendere la batosta elettorale come spunto per riorganizzare le forze e ripensare gli errori il Pd sembra deciso a farsi karakiri con feroce determinazione.
Al tempo della «vecchia» politica quando un partito amico era in difficoltà si diceva ipocritamente «rispettiamo il dibattito interno di una grande forza politica».
Ora che i partiti non ci sono più è bene anche bandirne le giaculatorie. La crisi del Pd rischia di diventare crisi di tutta la sinistra, non si può attenderne la fine con le mani in mano.
E invece davanti a noi c'è una sfida epocale - le elezioni europee del 2019 - che deciderà il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti.
Per farla semplice, un futuro di pace contrapposto a uno di guerra. Il nazionalismo - che oggi chiamano sovranismo tanto per non fare paura - porta alle guerre, come la storia dimostra.
E allora?Allora tutti quelli che non vogliono lasciare l'Europa in mano ai Salvini e agli Orbàn devono mettersi insieme e non pensare alle cose che li dividono ma al pericolo che sta loro davanti.
Parlo di persone, associazioni, famiglie, realtà civili e religiose, di tutti quelli che guardano al futuro con un po' di sale in zucca.
Quelli che vogliono una Europa diversa sì, ma non intendono tornare alle patrie sovrane e a mitologiche «identità nazionali».
Gli argomenti sono tanti, il nemico è davanti a noi;si può fare anche a Verona.
Massimo De Battisti