Per parlare di un argomento scottante come il consumo e
lo spreco del territorio, oltre che dall’interessante
lettera pervenuta dal compagno Renzo Torsi
riportata più avanti, prendiamo spunto anche da
una bella iniziativa dell’Associazione Voltapagina che
ha organizzato lo scorso venerdì 14 dicembre, presso
l’ex chiesa di S.Maria in Chiavica a Veronetta, un
incontro avente come argomento “ La città ecologica”,
con la partecipazione del Prof. Virginio Bettini docente
di ecologia presso lo IUAV di Venezia, in cui si sono
discusse tematiche inerenti lo sviluppo sostenibile
delle città.
Nel suo intervento il Prof. Bettini parte da una nuova
visione delle città, il cui modello di sviluppo deve
incentrarsi primariamente nel recupero delle aree
obsolete senza aumento delle cubature, utilizzando i
vecchi materiali e mettendo a frutto le nuove conoscenze
per ottenere edifici a basso impatto ambientale e dal
punto di vista del risparmio energetico più efficienti
degli attuali.
L’introduzione inoltre di nuovi parametri ecologici nei
parchi cittadini e la valorizzazione di aree di
particolare interesse naturalistico all’interno
dell’habitat cittadino, come per esempio il parco
dell’Adige nel caso della nostra città, l’utilizzo di
energie pulite, la progettazione di nuove aree verdi
fruibili da tutta la popolazione e la riduzione del
traffico cittadino in maniera di ridurre le emissioni di
anidride carbonica, devono assolutamente far parte degli
obiettivi da realizzare da parte delle amministrazioni
comunali.
Nel caso della nostra città questo obiettivo si può raggiungere per
esempio bloccando lo sviluppo dell’inceneritore di Ca’
del Bue, per i rischi sanitari che questa struttura può
produrre, non realizzando autostrade cittadine, come
potrebbe essere il traforo delle Torricelle e con un
piano della mobilità che incentivi l’utilizzo del
trasporto pubblico a scapito dei veicoli privati, per
ridurre sensibilmente l’emissione in atmosfera di
polveri sottili PM3 e biossido di azoto NO2.
Parlando in termini complessivi dobbiamo comprendere che
accanto ai vantaggi prima esposti, che si possono
definire di breve scadenza, ve ne sono di altri a più
lungo termine, legati ad il cambiamento climatico in
atto su scala planetaria causato appunto
dall’inquinamento delle città, confermato ormai dalla
stragrande maggioranza della comunità scientifica
mondiale.
Secondo il Prof. Bettini a trarne
vantaggio potrebbe essere anche l’economia, attualmente
strettamente legata ad un consumo frenetico del
territorio, perché “Si potrà guadagnare, ma nell’ambito
di un nuovo modello di riferimento che non sacrifichi il
benessere dei cittadini per soddisfare un sistema
consumistico che è diventato pericoloso mantenere.
Questo nuovo modello prevede per ogni progetto
un’analisi del rapporto tra costi e benefici, dove tra i
costi sono contemplati anche quelli ambientali. Se
questi costi risultano troppo elevati il progetto va
cambiato. La qualità oggi vale più della quantità".
Quanto dichiarato da
Prof. Bettini è in stretta sintonia con
quanto pronunciato lo scorso
settembre da Giorgi
Massignan, Presidente Provinciale di Italia
Nostra, a commento dell’iniziativa di legge
del Governo Monti, presentata dal ministro
Catania, con l’intento di promuovere
l’agricoltura e contenere il consumo di
suolo.
Nel presentare il D.d.L.
il presidente del
Consiglio ha dichiarato:
“L’obiettivo principale
è di garantire
l’equilibrio tra i
terreni agricoli e le
zone edificabili,
ponendo un limite
massimo al consumo del
suolo e stimolando il
riutilizzo di zone già
urbanizzate
…
Negli ultimi 40
anni la superficie
agricola è passata da 18
a 13 milioni di ettari,
con una perdita pari
alla somma dei territori
di Lombardia, Liguria ed
Emilia Romagna...La
sottrazione di superfici
alle coltivazioni ha
effetti negativi sul
paesaggio, e di
conseguenza sul turismo,
oltre a minare la
sicurezza del territorio,
incidendo sull'assetto
idrogeologico e
aumentando i rischi di
dissesto".
Ma, come dice Massignan,
il territorio in Italia
non è percepito come una
risorsa esauribile, ma
semplicemente come
terreno in attesa di
essere edificato e la
speculazione edilizia,
causata da un perverso
intreccio tra politica,
amministrazione ed
economia, ha creato i
presupposti della
cosiddetta città diffusa,
saturando i pochi vuoti
urbani rimasti,
allargato a dismisura i
confini cittadini, e “
favorito la
proliferazione di
capannoni, di centri
commerciali e
direzionali, collegati
tra loro da strade,
tangenziali, bretelle,
svincoli e rotonde “.
Anche l’idea, prosegue Massignan, che
l'urbanizzazione sia
collegata ad uno sviluppo
economico è sbagliata, in quanto dipende in
realtà “ da una cattiva o inesistente
pianificazione territoriale, dove gli
urbanisti sono costretti a notificare le
scelte fatte dai politici e da chi investe
denari. Non è neppure vero che l’attività
edilizia aumenta il PIL, infatti, nel
quinquennio 1998/2003, l’attività edilizia è
cresciuta del +17,6%, mentre il PIL
nazionale, nello stesso periodo, è cresciuto
solo del +7,2%”.
Di seguito riportiamo
l'articolo pervenuto dal compagno Renzo Torsi.
“PROGETTO
DI
LEGGE
ANTICEMENTIFICAZIONE
Il consiglio dei Ministri ha
presentato un disegno di legge anticemento
che punta alla difesa e valorizzazione delle
aree agricole e al contenimento del consumo
di suolo.
Spetterà al Parlamento approvare il progetto
di legge e tentare di difendere quello che
resta del belpaese.
La cementificazione e l'abbandono hanno
cancellato l'equivalente di quattro regioni
in 40 anni sottraendo
100 ettari al giorno di suolo.
Il disegno di legge, come ha spiegato
il Ministro per le Politiche Agricole Mario
Catania, mira anche a prevedere la
fissazione a livello nazionale
dell'estensione massima di terreno agricolo
sottraibile alla sua gestione e segue
l'esempio della legislazione in vigore in
Germania
Le organizzazioni ambientali si sono
già pronunciate positivamente su questa
iniziativa, anche se prevedono non sarà
facile giungere alla sua approvazione,
nonostante il consenso di Monti a questo
D.d.L. e stante la sopravvenuta crisi di
governo.
Nella prossima legislatura ci si dovrà
occupare di questo problema, in particolare
si spera che l'area progressista possa
dimostrare in questo campo un po più
di coraggio e di coerenza.
Il Veneto grazie alle politiche di Lega e
Pdl regionale e locale ( ma non solo) è la
prima regione d'Italia per terreni occupati
da costruzioni.
Negli ultimi decenni si è costruito
moltissimo anche in zone molto delicate
sotto l'aspetto ambientale e paesaggistico.
Quello che è successo sul lago è istruttivo,
ma è ancora poco rispetto a quello che sta
venendo avanti.
Molti enti locali si giustificano con
l'esigenza di reperire risorse, ma a volte
queste servono soltanto per realizzazioni di
facciata, non indispensabili e utili solo a
fini elettorali, grazie anche alla legge
urbanistica regionale 11 che consente di
contrattare oltre il lecito fra i comuni e
privati le destinazioni urbanistiche e la
quantità di costruzioni in cambio di opere o
risorse.
Spesso questi
insediamenti fanno lievitare il costo
dei servizi
innescato all'aumento della
popolazione (scuole ,acquedotti, fognature ,
strade, servizi sociali) annullando cosi
l'effetto economico perseguito.
Il danno che si provoca
all'ambiente non è più reversibile e
in alcune zone va a
compromettere la stessa attività
turistica.
Le organizzazioni ambientali non sembrano in
grado di opporsi a queste politiche e viene
da chiedersi perchè non svolgano un'azione
più efficace.
Progetti come il Parco del Garda sono
scomparsi dal dibattito pubblico, e spesso
solo dei comitati spontanei riescono a
opporsi e a ottenere dei risultati.
Oltre al danno ambientale occorre mettere
nel conto che certe trasformazioni sregolate
vanno a incidere sulla qualità della vita e
sulle caratteristiche culturali di interi
comuni che
annegano la propria identità e le
proprie caratteristiche territoriali in
una indefinita,
disordinata e a volte pessima, dal punto di
vista qualitativo e architettonico,
invasione di costruzioni.
Uno straniero in visita nel nostro paese lo
aveva predetto: andate a vedere l'Italia
prima che gli italiani la distruggano.
“
Può essere utile leggere:
Tram,
filovia,
galleria
delle
Torricelle,
parcheggi:
quale
politica dei
trasporti
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Verona? |
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Verona Sud:
quartiere
ignorato |
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