Libero Cecchini
Libero Cecchini, architetto e artista, è un
protagonista della vita culturale di Verona
dalla fine della seconda guerra mondiale. E'
figlio del primo sindaco socialista di
S.Ambrogio di Valpolicella, che resse quella
amministrazione fino all'avvento del
fascismo.
Cresce nell'ambiente mutualistico e solidale
della cooperativa marmisti, divenuta così
importante economicamente per S. Ambrogio
che neppure il fascismo riesce a sopprimerla.
Alla fine della guerra inizia la
ricostruzione e, per il giovane arch.
Cecchini inizia l'attività presso la
Sovrintendenza ai Monumenti di Verona, a
fianco dell'arch. Gazzola, che era stato suo
docente al Politecnico, attività che si
protrarrà fino agli anni ’60.
Durante questo periodo si dedica
principalmente al restauro di edifici
pubblici e privati, tra cui la ricostruzione
dei due ponti storici, quello medioevale di
Castelvecchio e quello romano (Ponte Pietra),
e partecipa con successo a numerosi concorsi
nazionali di edilizia pubblica e popolare.
Contemporaneamente si dedica all'urbanistica
e stende i primi piani di ricostruzione per
alcuni comuni della provincia di Verona,
caratterizzandosi fin da allora per un
grande rispetto per l'uomo e per il
paesaggio.
All'attività professionale associa una
fervida attività didattica: oltre alla
Scuola del Marmo di Sant’Ambrogio, fonda la
Scuola di Formazione edilizia (Edilscuola),
dove insegna, diviene socio dell'Accademia
delle Belle Arti Cignaroli, di cui sarà
vicepresidente per 25 anni.
Mentre è ancora impegnato a dirigere i
grandi cantieri di restauro, tra cui la
Cittadella dei Musei di Cagliari, da il via
a un'intensa attività professionale nel
settore dell'edilizia scolastica,
ospedaliere e riabilitativa. Dal 1966,
cessato il suo impegno alla Sovrintendenza,
si dedica a tempo pieno alla libera
professione, con importanti realizzazioni di
edilizia pubblica, come la Camera di
Commercio e gli Uffici Finanziari.
Nello stesso anno diventa presidente
dell'AGEC e lo sarà per tutto il decennio successivo: in questo
periodo, a contatto con le necessità della parte meno abbiente
della popolazione, ha modo di sviluppare il suo impegno sociale
e politico, da sempre volto all'uomo, alle sue esigenze
abitative primarie, ai problema degli anziani, dei portatori di
handicap, dei bimbi abbandonati, dei malati, degli strati
insomma più disagiati: diverse occasioni - per usare le sue
parole - "di creare per l'uomo di tutte le età e di tutte le
condizioni, la possibilità di condividere il paesaggio e, quindi,
la storia".
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