IL DECRETO DI LEGGE DENOMINATO " BUONA SCUOLA",  PRESENTATO NELLO SCORSO MESE DI MARZO ALLA CAMERA, PRESENTA ALCUNI ASPETTI CHE NON TROVANO CONSENSI NEI SINDACATI E NEL PERSONALE DOCENTE

I ministri Giannini, Madia e Padoan hanno presentato alla Camera, lo scorso 27 marzo 2015, la Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”, da tutti comunemente chiamata Decreto sulla buona scuola.

Contro questo decreto, che non piace ai sindacati e agli stessi insegnanti, è stato indetto, per il prossimo 5 maggio, uno sciopero nazionale, preceduto negli scorsi giorni da agitazioni di altri sindacati alternativi in altre città italiane.

Il DDL si presenta, a prima vista, con alcune lacune che riguardano sia il piano di assunzioni del personale ATA che quello della politica scolastica degli investimenti. Vale a dire, mancano, fin da ora, alcuni presupposti essenziali che assicurino il futuro della buona scuola italiana.

Certamente positiva è l'intenzione della ministra Giannini, come risulta dal DDL scuola, di superare la distinzione tra organico di diritto e organico di fatto, assegnando ad ogni scuola un organico stabile pluriennale.

Il cosiddetto “ organico funzionale ” determinerebbe l’assegnazione di un contingente extra alla scuola, in base al fabbisogno del personale. Ciò al fine di potenziare la didattica. Il potenziamento dell’offerta formativa deve comprendere le classi di concorso affini, i corsi di recupero, le supplenze brevi, il sostegno, l’integrazione degli alunni stranieri e la dispersione scolastica.

L’obiettivo è quello di dare stabilità al personale e continuità all'azione didattica . In poche parole l’organico funzionale consiste in un numero di posti assegnati a un istituto; il Dirigente Scolastico li distribuisce sulle varie classi di concorso, in attuazione della delibera del Collegio dei docenti che approva il Piano dell’Offerta Formativa. Questo punto è molto discutibile: sia al Dirigente Scolastico, sia al Collegio docenti che è organo consultivo non spetta esprimersi sugli ambiti affini.

Gli ambiti affini per ogni classe di concorso devono essere inseriti nel DDL scuola. Il Miur, Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, avrebbe già dovuto emanare il regolamento di revisione delle classi di concorso, invece, è da anni che procede solo con le Circolari Ministeriali, con grave detrimento per alcune classi di concorso a favore di altre.

I sindacati avrebbero l’obbligo di tutelare il diritto al lavoro di tutti i docenti e quindi tutte le classi di concorso. Questo aspetto non è evidenziato come punto fondamentale dello sciopero del prossimo 5 maggio.

I punti critici della riforma Giannini sono indicati dal contributo pervenuto dal compagno Raffaele Rendina, che nella sua qualità di docente e quindi parte in causa, li ha così evidenziati.

CONSIDERAZIONI SUGLI SCIOPERI INDETTI DAI SINDACATI DELLA SCUOLA NEI GIORNI 24 APRILE E DEL 5 MAGGIO.

E’ fondamentale ribadire sempre che la scuola la fanno ogni giorno, con passione, competenza e impegno, le persone che ci lavorano, gli insegnanti, il personale ATA ovvero gli assistenti tecnico amministrativi, i dirigenti e gli alunni.

E’ grazie a loro se la scuola, ogni giorno, funziona e funziona bene pur tra mille difficoltà

Il governo ha presentato un disegno di legge che in alcuni punti presenta delle criticità., come ad esempio:

a) nel DDL non è scritto che le GAE (graduatorie ad esaurimento) saranno interamente svuotate e che il numero complessivo dei docenti iscritti tuttora non è indicato; sono compresi i Diplomati magistrali abilitati entro il 2001-2002 a cui è stata data ragione dallo stesso Consiglio di Stato. In GAE devono essere inserite tutte le categorie coinvolte, anche gli iscritti con riserva. A dire il vero, i dati numerici sono stati richiesti da alcuni sindacati ma il MIinistero li ha elaborati senza che è stato predisposto l’organico funzionale;

b) eliminazione delle GAE, graduatorie ad esaurimento, dal primo di settembre 2015

c) nel DDL non è specificato  il termine entro il quale verranno determinati, nell’organico funzionale, i posti per il potenziamento;

d) nel DDL non è specificato quali sono gli ambiti di affinità per ogni classe di concorso

e) il preside, non a caso chiamato da tempo “dirigente scolastico”, diviene sempre più simile a un capo azienda: assume gli insegnanti, decide in solitudine la didattica, licenzia (lo potrà fare dopo tre anni) chi non gli va più bene, con valutazione negativa dopo l’anno di prova;

f) modificare totalmente gli articoli che fanno riferimento alla chiamata diretta del preside dagli albi territoriali, in quanto la stessa è incostituzionale ed in contrasto con la contrattazione collettiva;

g) mancano riferimenti di assunzioni con un piano pluriennale, chiaramente subordinato allo svuotamento totale delle GAE, di idonei al concorso 2012, degli abilitati PAS (Percorsi Abilitanti Speciali)  e dei TFA (Tirocinio Formativo Attivo) e Scienze della Formazione;

h) mancata assunzione degli ATA

Raffaele Rendina

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